menu

Blog

I miei articoli più recenti

Una buona notizia per il World Bicycle Day

Non c’è miglior mondo per festeggiare la Giornata Internazionale della Bicicletta, che condividere con voi una bellissima notizia: Alessandra Cappellotto, ex ciclista su strada e dirigente sportiva che si è prodigata per far arrivare in Italia alcune cicliste afgane in fuga dai talebani, è la vincitrice della quarta edizione del premio “Sport e diritti umani”, indetto nel 2019 da Amnesty International e Sport4Society per riconoscere azioni e gesti pubblici di solidarietà e d’impegno in favore dei diritti.

Ricordo benissimo le giornate e nottate di paura, stress, ansia, speranze, chiamate, messaggi e notizie che si rincorrevano tra Kabul e l’Italia che l’estate scorsa hanno permesso ad Alessandra, Anita Zanatta e al team di Road To Equality insieme ad altre ONG di portare in salvo alcune cicliste nel nostro Paese. E, avendo dato un piccolissimo contributo, alla causa come addetta stampa del CPA Women di cui Alessandra è la general manager sono felice e orgogliosa che queste super donne abbiano ricevuto questo meritato riconoscimento.

“Abbiamo deciso di premiare Alessandra Cappellotto per il suo impegno in favore del ciclismo femminile e della sua promozione anche sulle strade più impervie, dal Ruanda all’Afghanistan. Grazie al suo lavoro molte cicliste hanno potuto assecondare la loro passione, trovando in Italia attenzione umana e tecnica. La sua ‘Road to equality’ ha attraversato, superandoli, i confini della discriminazione. Una campionessa del mondo in bicicletta e nella difesa dei diritti umani” ha dichiarato il presidente della giuria Riccardo Cucchi.

“Quando ho ricevuto la telefonata del presidente della giuria sono rimasta senza parole, letteralmente. Facevo perfino fatica a capire cosa mi stesse dicendo e mi chiedevo, anzi ho chiesto, se la giuria era proprio sicura di volere premiare me, è stata la telefonata più incredibile mai ricevuta in vita mia. Sono onorata, felice e grata” ha detto Alessandra Cappellotto.

Nelle precedenti edizioni erano stati premiati il cestista Pietro Aradori (2019), il Pescara Calcio (2020) e l’ex calciatore Claudio Marchisio (2021), in quest’ultimo caso con menzioni alla pallavolista Lara Lugli e allo Zebre Rugby Club. A loro da oggi si aggiunge un’altra campionessa dal cuore d’oro. Quanto ne abbiamo bisogno di questi tempi…

Pokerissimo di cover story

Buon 1° maggio a tutti e buon 60° compleanno al “mio” diretur Pier Augusto Stagi. Oggi è la festa dei lavoratori e io celebro, nel mio piccolo, un bel traguardo. Quest’anno ho firmato tutte e 5 le storie di copertina di tuttoBICI pubblicate finora.

A gennaio 2022 è finita in prima pagina la mia intervista a Vincenzo Nibali, a febbraio quella a Elia Viviani, a marzo Sonny Colbrelli (di cui sogno di scrivere presto buone notizie), ad aprile la campionessa del mondo Elisa Balsamo e questo mese la regina della Parigi-Roubaix Elisa Longo Borghini, che celebriamo insieme a Marta Cavalli, vincitrice di Amstel Gold Race e Fraccia Vallone.

Tra pochi giorni scatta il Giro d’Italia, ma non solo. Il calendario del grande ciclismo è ricchissimo. Per quanto mi riguarda, oltre a qualche comparsata alla corsa rosa, mi ritroverete in telecronaca su Red Bull TV per la Coppa del mondo di MTB che fa tappa ad Albstadt, in Germania il 6-8 maggio e a Nove Mesto Na Morave, in Repubblica Ceca, il fine settimana successivo. Ci sarete?

con il cuore nel fango sonny colbrelli

Con il cuore nel fango

Per tuttobiciweb.it ho recensito il libro di Sonny Colbrelli “Con il cuore nel fango” che ho letto tutto d’un fiato e vi consiglio.

È stato scritto prima che il suo cuore facesse le bizze, ma quando con la sua impresa aveva già colmato il nostro di gioia. È stato scritto quando pensava che alla Roubaix 2022 sarebbe partito con il dorsale numero 1, invece mettendo all’asta il casco che non ha potuto indossare in gara ha vinto un’altra volta.

Con il cuore nel fango ha iniziato a prendere forma nel novembre 2021 quando Sonny Colbrelli ha aperto le porte di casa al nostro Marco Pastonesi, che con la sua sapiente penna ha messo nero su bianco racconti, confidenze, sogni di un bambino sovrappeso e occhialuto che ha saputo diventare campione. Asino a scuola e maialetto in bici, si è riscattato con la bandana in testa che all’epoca portavano tanti bambini che guardavano le imprese di Pantani alla tv. Ha provato la durezza del lavoro in fabbrica, le prese in giro per i chili di troppo, senza mai tradire la sua passione e gli insegnamenti di nonno Cesarino. «Si perde dopo la linea, ripeteva, non prima della linea. Voleva dire: ci si arrende dopo la linea, non prima. Voleva dire: pedala fino all’ultimo, pedala finché non è finita, pedala. Una regola che vale nel ciclismo, ma anche nella vita. Pedalare. Darci dentro».

In Con il cuore nel fango c’è tutto Sonny e anche di più. Dai sacrifici dei genitori all’unico professore che abbia mai creduto in lui; dalle amicizie e gli sfottò con i colleghi (Bettiol, Mohoric e Trentin su tutti) all’incontro con la donna della sua vita, Adelina; il ricordo di Michele Scarponi e Nicolas Bonomi, le strigliate dello zio Bruno Reverberi, il pugno rimediato al Giro di Padania, vittorie, sconfitte, nuovi traguardi da inseguire. Sopra ogni cosa l’amore per le due ruote. «La bici è libertà. Sali sulla bici, cominci a pedalare e – sarà l’aria che tira, sarà il vento in faccia, sarà il frullare delle gambe – a me sembra di tornare quando ero bambino, e con la bici ogni giorno allungavo i confini del mio mondo, allargavo le conoscenze della mia terra, e mi sentivo un po’ più grande, un po’ più sicuro, un po’ più avventuroso, un po’ più contento. La bici è libertà anche dai pensieri, dalle preoccupazioni, dai problemi, tutto mi sembra più leggero, più rotondo, più facile. La bici non è solo libertà: è anche disciplina. Disciplina, ordine, regola. A me ha inquadrato la vita».

La storia di Sonny, la prima parte, è racchiusa in 165 pagine divertenti, affettuose, emozionanti che ho letto tutto d’un fiato in un pomeriggio di pioggia, ritrovando il ragazzino con cui ho corso al Team Valle Sabbia una vita fa e scoprendo l’uomo, sconosciuto al grande pubblico che lo ha scoperto grazie al trionfo alla Parigi-Roubaix di un anno fa. «La corsa più bella del mondo» di cui racconta ogni istante, con aneddoti imperdibili, scanditi dalle parole del suo pezzo preferito, The Final Countdown degli Europe.

Il sottotitolo del libro edito da Rizzoli Lizard recita “l’epica del ciclismo nella storia del Cobra” e racchiude perfettamente una storia individuale unica e affascinante, con quella della regina delle classiche e di uno sport che più di ogni altro dall’inferno può catapultarti in paradiso e viceversa, come Sonny sa benissimo. Mai avrebbe immaginato che la sua carriera gli avrebbe riservato la pagina che sta vivendo ora, ma lo spirito con cui sta affrontando anche questo durissimo capitolo lo si ritrova nelle sue stesse parole. «Non cambierei la bici per nessun altro lavoro. Correre in bici è il lavoro più bello che ci sia. E ogni giorno me lo ripeto: la carriera di un corridore, quando va bene, quando si è anche fortunati, dura dieci anni, anche quindici, e allora bisogna vivere questi dieci-quindici anni senza sconti, senza scorciatoie, senza rimpianti. Ma dedicandosi alla vita del corridore con tutto il cuore. […] È un’opportunità da sfruttare, da godere. Bisogna saper trovare il giusto equilibrio. Ci saranno alti e bassi, inevitabilmente, ma non bisogna abbattersi nei bassi ed esaltarsi negli alti, bisogna saper reagire soprattutto alle avversità. La ruota girerà, prima o poi, nel verso giusto. Siamo tutti artefici del nostro destino, e anche della nostra fortuna. Volere è potere. E se il risultato non viene, se la vittoria non arriva, ci sarà sempre qualche altro premio, al momento invisibile, ma in futuro più chiaro».

cover-decalogo-accpi-sicurezza-800

Per i più piccoli

Nel giorno in cui l’Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani e tutti gli appassionati di sport ricordano Silvia Piccini e Michele Scarponi, ACCPI ha presentato il decalogo per la sicurezza stradale dedicato ai più piccoli che porteremo nelle scuole d’Italia.

Potete scaricarlo gratuitamente dal sito www.accpi.it. Il mio invito è di condividerlo con i vostri figli, nipoti, allievi, amici perchè dal dolore provato per ogni vittima della strada nasca un futuro migliore in cui nessuno debba più morire mentre pedala.

Ciao Michele. Ciao Silvia. Mi mancate.

giulia de maio, marco aurelio fontana

Commenterò la Coppa del Mondo

Sono felice di annunciare che quest’anno commenterò l’intera Coppa del Mondo di Mountain Bike 2022 per Red Bull TV, Dopo i test di un anno fa, per la stagione che scatterà domenica prossima da Lourdes sarò la voce del cross country olimpico insieme a Marco Aurelio Fontana.

Inutile dirvi quanto sono gasata e contenta, quanto mi sto preparando per farmi trovare pronta per la prima tappa dedicata al XC (Petropolis, 10 aprile), quanto non veda l’ora di ritrovarmi con il microfono davanti e il Prorider al fianco per raccontarvi il meglio della mtb mondiale.

Qui sotto vi riporto il programma così che non vi perdiate nessuna data. A prestissimo

Calendario della Coppa del Mondo UCI 2022

Ernesto Colnago

Buon compleanno maestro

Oggi per tuttobiciweb.it ho partecipato a una festa di compleanno speciale, quella del maestro Ernesto Colnago. Ecco il mio articolo a lui dedicato.

Professori e studenti, campioni e ministri, imprenditori e giornalisti, dottori e appassionati, tutti riconoscenti e ammirati. Giuseppe Saronni, Gianni Bugno, Gianni Motta, Fabio Capello, Beppe Marotta, Norma Gimondi, Marino Vigna, Michele Dancelli, Davide Boifava, Mauro Vegni, Stefano Allocchio, Renato Di Rocco, Giovanni Mantovani, Dino Zandegù, Alfredo Bonariva e Cordiano Dagnoni sono solo alcune delle 400 persone che oggi hanno festeggiato Ernesto Colnago all’Università Bocconi di Milano. Il maestro della bicicletta oggi ha compiuto 90 anni, portati splendidamente, ed è salito in cattedra con la sua licenza elementare e una laurea guadagnata sulle strade del mondo nell’Arena del Bocconi Sport Center.

A dare il benvenuto ai presenti il rettore Gianmario Verona che ha colto la fortunata intuizione di Marco Pastonesi: «Colnago è un grande innovatore. Tecnologia e sport per un’università di scienze sociali come la nostra sono dei capisaldi, averlo tra noi nell’anno in cui abbiamo inaugurato il nostro sport center è un privilegio che non potevamo lasciarci sfuggire».

A spiegare la particolare location per questo compleanno speciale il docente Tito Boeri, ciclista praticante: «In sala sono presenti i miei studenti di Economia del lavoro e risorse umane perchè abbiamo tanto da imparare dalla storia di Ernesto: cogliere l’attimo, come fece quando sistemò la bici di Fiorenzo Magni, che rappresentò la svolta della sua vita; fare squadra; imparare facendo e con passione, perchè se ti piace quello che fai riesci a sacrificarti molto di più. Queste sono lezioni che si imparano solo con l’esperienza. Oggi voglio ricordare gli auguri che gli fece un altro grande imprenditore, Giorgio Squinzi, che in un biglietto anni fa scrisse: “Buon compleanno Ernesto, complimenti per l’esperienza”».

Da remoto è intervenuto il ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale Vittorio Colao, anche lui ciclista appassionato: «Sono legato ad Ernesto dalle 3 biciclette che ho e adoro, oltre che da un’ammirazione smisurata. In lui vivono due persone: l’artigiano in grado di unire il bello all’utile, ma anche il fanciullo entusiasta. Riesce a passare da una spiegazione super tecnica a un racconto eroico, sempre con gli occhi che gli si illuminano. Si cambia con pazienza e determinazione. La bici insegna a gestirti, a non mollare mai e succede spesso che il tutto accada in armonia con le persone con cui ti trovi. A me serve per staccare, pedalare è un’attività quasi fisiologica, che mi fa stare bene. “Perchè no?” dovremmo dircelo sempre, sia come individui che come società. Spesso ci limitiamo, Ernesto ci insegna a non porci freni. Auguri Ernesto, la prossima bici me la darai tu quando festeggerai i 100 anni».

Non è mancato il messaggio dell’ex presidente del Consiglio Romano Prodi di cui è nota la frase “in bicicletta si sale con i problemi, si scende con le soluzioni”: «Mi fa piacere festeggiare Ernesto per i suoi primi 90 anni. In lui c’è un artista e un artigiano, ha fatto del suo mestiere qualcosa di unico al mondo, restando fedele al suo paese, restando sempre a Cambiago. Gli auguro di continuare a vedere la sua impresa che cresce, i suoi campioni che vincono, i suoi collaboratori che gli stanno vicino».

Luca di Montezemolo scherzando ha detto che Ernesto ci ha “fregati” tutti: «Ne festeggia 80, altro che 90 (ride, ndr). Ricordo quando negli anni Ottanta si presentò da Enzo Ferrari e dalle loro intuizioni nacque il primo telaio in carbonio, la prima forcella dritta e tanto altro. Due cose avevano in comune: una grande passione e una straordinaria determinazione. Nel DNA di Ernesto c’è l’innovazione, rappresenta l’imprenditore che si è fatto da sé, vincendo tantissime gare, da Merckx a Pogacar, e ha determinato la cronologia della bicicletta. Ha affermato un nome nel mondo».

Parola quindi a Giuseppe Saronni, tra i suoi corridori quello che più si è avvicinato a un figlio, che si commuove snocciolando un aneddoto dopo l’altro: «Ernesto mi ha insegnato tantissimo, su tutto che la stretta di mano vale più di un contratto, che ogni promessa è debito, che la famiglia è sacra. La prima volta che l’ho visto avevo 17 anni, ero dilettante, il fratello Paolino mi prese le misure, dal suo ufficio e dai suoi suggerimenti rimasi incantato. Ernesto per me non è solo il costruttore di biciclette che ha reso la bici quello che è oggi ma è un papà, un amico, un consigliere».

Dopo l’augurio della sindaca di Cambiago Maria Grazia Mangiagalli, il “Cellini della bicicletta”, come lo aveva definito Gianni Brera, ha risposto alle domande del direttore di tuttoBICI Pier Augusto Stagi e del vicedirettore de La Gazzetta dello Sport e direttore di Sportweek Pier Bergonzi. Tanti i ricordi di una vita che scorrono uno dopo l’altro e riassumiamo in poche parole. Semplici ma efficaci come è Ernesto Colnago, da 90 anni a questa parte: «Non c’era miglior posto della casa del Bocconi Sport Team per celebrare la mia storia. Sono figlio di contadini e me ne vanto, oggi mi definite “magnifico” come un rettore d’università e io mi commuovo. Ho passato la vita a costruire biciclette, è l’unica cosa che so fare. La storia non si compra, si fa, con amore».

Buon compleanno Ernesto e grazie di cuore da tutto il mondo della bicicletta.

foto Carlo Monguzzi

L’Artica

Pancia piena e gamba dura, non dimenticherò questa avventura. La scritta che campeggiava ieri sullo striscione d’arrivo dell’Artica, la prima ciclostorica a cui io abbia mai partecipato, ben racchiude la fatica e bellezza di una domenica trascorsa tra bici d’epoca, clima rigido e ottima compagnia.

Domenica scorsa insieme alla Scuderia, il club di Marco Aurelio Fontana, mi sono divertita da matti, faticando altrettanto. Con il Prorider, Gabriele, Mirco, Mattia e Silvano abbiamo forato diverse volte, rotto catene, arrancato in salita, sudato, sbuffato, mangiato, bevuto, gioito come non ci accadeva ormai da anni. E non siamo stati i soli. Eravamo un migliaio ieri a Lonigo, in provincia di Vicenza. Partenza alla francese tra le 9 e le 10 del mattino, quindi in sella travestiti come i ciclisti di un tempo, in sella a vecchi ferri romantici quanto poco performanti, con troppi pochi rapporti, cambi ballerini e freni cigolanti. Un viaggio nel passato nei giorni della merla che per qualche ora ci ha fatto dimenticare della pandemia che negli ultimi anni ha fatto saltare qualunque tipo di evento, compreso questo ritornato in calendario dopo due anni di stop, e ci ha costretto spesso alla solitudine, la noia e l’apatia. È stato davvero emozionante pedalare insieme, bere un bicchiere di vino e gustare un territorio splendido e profondamente legato alle due ruote.

Con i miei compagni di squadra ho completato il percorso lungo della classica d’inverno, quasi 60 km e un dislivello superiore agli 800 mt (gli organizzatori ne dichiarano meno e fanno bene, ndr), su e giù dai Colli Berici in sella a una fantastica Coppini degli anni Settanta. Ho onorato i tre ristori che proponevano polenta calda, soppressa, vin brulè, trippe, pan mojo, baccalà, groste di formaggio, pancetta, salciccia alla griglia e chi più ne ha più ne metta, rispettando alla lettera il decalogo artico che imponeva di assumere più calorie di quelle spese.

In corsa uomini e donne di ogni età, peso e grado di allenamento. Anche ex professionisti come Angelo Furlan, in sella a una bici del 1946 che riassume in poche parole la stima per i campioni di un tempo: “Un’esperienza del genere ti permette di sentire, capire, ricordare che grandi attributi avevano questi eroi che danzavano sui pedali ad alta velocità con mezzi lontani da quelli che abbiamo a disposizione noi e sulle strade di un tempo. L’Artica ti purifica”. Sottoscriviamo e ringraziamo la ricerca per i passi avanti permessi alla tecnologia.

Tra parroci, sindaci, maghi, pin up, una menzione doverosa per i gruppi che più mi hanno strappato un sorriso: i Porchetta e freni a bacchetta con cui ho pedalato nella prima parte e i Mi sun strac a cui volevo unirmi nel finale. Stanca, infreddolita, felice e con la voglia di tornare.

foto Giuseppe Giuliano WOK per Scuderia Fontana

caro michele

Caro Michele ti scrivo

Caro Michele, ti scrivo… è quello che ho fatto insieme a 57 amici tra corridori, direttori sportivi, giornalisti, scrittori, musicisti, suiveur guidati dalla magistrale regia di Marco Pastonesi per la Fondazione Michele Scarponi. Tra i ricordi e le parole di Alessandra De Stefano, Nicola Savino, Davide Cassani, Mario Cipollini, Vincenzo Nibali, Beppe Martinelli, Marino Bartoletti, Daniele Bennati, Gianni Savio, Enzo Vicennati, Gilberto Simoni, Luca Panichi, Adriano Malori, Dario Cataldo, Pier Augusto Stagi, Giorgio e Paolo Viberti, Luis Angel Maté, e tanti altri ancora c’è anche un capitolo scritto da me.

Da pochi giorni ha visto la luce il primo libro su Michele Scarponi, che non si trova nelle librerie, ma potete ricevere iscrivendovi in qualità di partecipante ordinario per l’anno 2022 alla Fondazione che porta il suo nome e nel suo ricordo promuove la sicurezza stradale: https://www.fondazionemichelescarponi.com/iscriviti/

Ogni pagina di Caro Michele è carica di emozioni e ricordi, di sorrisi e aneddoti che immancabilmente fanno scendere qualche lacrima. È la testimonianza che Michele è ancora vivo in noi e che ha segnato la storia e la vita di molti che lo hanno conosciuto. Di sicuro è il mio caso. Avendo avuto la fortuna di conoscerlo, sento il dovere di ricordarlo e sostenere la Fondazione Michele Scarponi.

buon natale

Vi auguro il meglio

In occasione delle feste vi auguro che ciò che desideriate si esaudisca quanto prima. Spero possiate passare il Natale con i vostri cari, in salute e serenità e nel 2022 realizzare i vostri sogni o, per lo meno, avvicinarvi a loro una pedalata in più. Auguroni!

thebestofcycling

Nella giuria di The Best of Cycling

Nella lista delle mie “prime volte” ora posso inserire anche questa: sarò il giudice di un concorso fotografico. E non di uno qualunque, ma di The best of Cycling 2021, organizzato da un decano dei fotografi del ciclismo internazionale come Roberto Bettini. Per me un amico e formidabile compagno di viaggio, come il figlio Luca, ma soprattutto un grande professionista.

Insieme al fotografo Lido Andreella, all’opinionista di RaiSport Giada Borgato, al direttore marketing della Colnago Manolo Bertocchi ed al giornalista free-lance Benoit Vittek avrò un difficilissimo compito: scegliere l’immagine simbolo di questa stagione tra quelle inviate dai fotografi che seguono il ciclismo abitualmente da tutte le parti del mondo. Visto la bravura dei colleghi che con le loro fotocamere catturano i grandi campioni e le curiosità più interessanti legate al mondo delle due ruote sarà tutt’altro che una passeggiata.

Per non sbagliare mi farò guidare dall’emozione, esprimerò il mio voto per gli scatti che sapranno catturare maggiormente la mia attenzione. I vincitori delle varie categorie verranno resi noti il 19 dicembre prossimo dall’agenzia BettiniPhoto. Che vinca la foto migliore!