Nasco a circa venti giorni dalla caduta del Muro di Berlino. Non occupandomi all’epoca della situazione politica internazionale, ho preferito correre in bicicletta: strada, pista e cross, per dodici anni. Sono cresciuta, credetemi, divertendomi un mondo e conoscendo persone eccezionali, tra cui gli amici più importanti della mia vita.
Tanta fatica affrontata con entusiasmo, tenuto vivo anche da svariati risultati positivi. Mi sono tolta qualche piccola soddisfazione personale: un paio di convocazioni in Nazionale, la vittoria del Campionato d’Italia di ciclocross a Bassano del Grappa nel 2003 e alcuni podi tricolori. Oggi mi ritrovo con tanti bei ricordi e una stanza di quasi 30 mq occupata da coppe, maglie e medaglie.
Dal 2007 ho smesso di correre in bici e ho iniziato a correre dietro alle bici per scrivere. Volevo appendere la bici al chiodo, ma al chiodo non ci stavano i miei trofei, le coppe e principalmente la mia passione, quindi mi occupo, sempre “di corsa” di informare e nutrire quelli che come me hanno il “chiodo fisso” del ciclismo… quello epico, con la stessa passione e lo stesso entusiasmo delle mie prime pedalate senza rotelle, quando mi sbucciavo le ginocchia vestendo la maglia della Cicli Fiorin di Seveso.
Ho iniziato la mia avventura nel giornalismo sportivo nel 2010 scrivendo per il sito www.tuttobiciweb.it e la rivista mensile tuttoBICI, oltre che per alcuni giornali locali.
Oggi oltre a far parte della famiglia di tuttoBICI e a imparare ogni giorno qualcosa di nuovo, collaboro con La Gazzetta dello Sport e altre testate straniere. In passato sono stata responsabile dell’immagine di atleti e team. Attualmente mi occupo dell’ufficio stampa dell’Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani (ACCPI) presieduta da Cristian Salvato e dell’Associazione Internazionale dei corridori (CPA) guidata da Gianni Bugno, oltre a curare la comunicazione per aziende ed eventi legati alle due ruote.
Sono solo all’inizio della mia carriera professionale e sono consapevole che la strada da percorrere è tanta, ma già quando pedalavo mi definivano un “diesel” quindi mi impegnerò per continuare a fare della mia passione la professione che sognavo da bambina guardando il Giro d’Italia e il Tour de France alla tv.