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Di ritorno dai Giochi Olimpici di Rio de Janeiro avverto giù un po’ di saudade.

Avrete seguito le corse e sapete benissimo come è andata per gli azzurri (che emozione le medaglie conquistate da Elia Viviani ed Elisa Longo Borghini!), e in particolare per Marco Aurelio Fontana del quale ero al seguito. Una foratura dopo due giri dal via ha infranto il sogno di una medaglia, che visto la sua super condizione eravamo convinti fosse alla sua portata. Dall’emozione della partenza e del vederlo in prima posizione nelle prime tornate siamo passati alla cocente delusione di non aver nemmeno potuto lottare per le posizioni che contano per un guasto meccanico.

Purtroppo lo sport è così, ti può regalare gioie immense come lasciarti a bocca asciutta dopo anni di duro lavoro e sacrifici. Ormai è andata così e non ha senso piangersi addosso, il Prorider ha già ritrovato il sorriso e tornerà a riscattarsi prestissimo. Per quanto mi riguarda la prima esperienza a cinque cerchi è stata davvero forte. Tra gli alti e bassi offerti dalle gare, sono tornata a casa felice di essere stata presente sul posto. A Rio, tra persone di ogni colore e provenienza, tra bandiere di qualsiasi nazione, dentro e fuori il villaggio, mi sono davvero sentita al “centro del mondo”.

Ora la stagione prevede ancora un ricco calendario di appuntamenti, ma la voglia di tornare alle Olimpiadi è tanta. Con un occhio attento alle Paralimpaidi in corso in Brasile, penso già a un’altra trasferta da sogno: Tokyo 2020.

giulia de maio rio 2016 cristo redentore

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